La DepressioneDepressione è un termine che viene utilizzato per indicare la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo.
L’episodio depressivo non coincide con la diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (o depressione maggiore), perché molte persone possono avere oscillazioni del tono dell’umore, più o meno marcate, fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare, di cui la depressione può essere solo un sintomo, anche se solitamente è quello più sgradito al soggetto, che chiede aiuto in queste fasi. |
I NumeriIn Italia, nel 2015, 2,8 milioni di persone soffrivano di depressione cronica (dati ISTAT). Secondo la stessa rilevazione dell’Istituto di Statistica, oltre 1,3 milioni di persone hanno sperimentato depressione maggiore. A questi si sommano altri 1,5 milioni di persone che hanno avuto manifestazioni minori. In quasi la metà dei casi la depressione si associa ad ansia, un disturbo che colpisce in Italia più di due milioni di persone. In totale, quasi 3,7 milioni soffrono di una delle due malattie, che insieme riguardano il 7% della popolazione italiana di età superiore ai quindici anni.
Il disturbo depressivo è più diffuso tra gli adulti e tra gli anziani. In Italia tra i ragazzi di 15-17 anni colpisce sei persone su mille. Tra i giovani adulti di 18-35 anni riguarda una persona su 100, mentre tra gli adulti di 35-64 anni interessa 4,6 persone su 100. Tra gli anziani di età superiore ai 65 anni, il valore è invece più che doppio: colpisce 11,6 persone su 100. |
I 5 Segni sentinellaI 5 Segni sentinella
La depressione va diagnosticata da professionisti competenti del benessere psicologico, che valutano la condizione della persona applicando criteri scientificamente affidabili. Ma notare alcuni elementi significativi può essere utile per capire se sia il caso di chiedere un parere. Indicherò 5 elementi tipici, specificando che ciascuno di noi ha un proprio modo unico per esprimere il disagio e che non esiste un modello standart di persona depressa, a dispetto dei tanti luoghi comuni. 1) Sintomi cognitivi: la depressione è spesso contraddistinta da affaticamento dell’attenzione, difficoltà a mantenere la concentrazione, tendenza a non memorizzare o ricordare. I pensieri tendono a rivolgersi verso se stessi e ci si considera inadatti o incapaci a fronteggiare i vari aspetti della vita. Inoltre vi è un tipico “girare in tondo“ con domande senza risposta, rimunginamento, ripensare al passato ed alla propria eventuale responsabilità o colpa in situazioni e vicende significative. 2) Relazioni sociali contratte: si può essere poco motivati verso le relazioni interpersonali, e non trovare più piacere o sollievo nel frequentare persone, nel sentirsi affaticati o stufi quando si stà congli altri, assecondando una tendenza all’isolamento sempre maggiore. 3) Sintomi emotivi: si può provare frequentemente dolore, sconforto, senso di ingiustizia come emozioni di fondo, che sono solo temporaneamente interrotte da eventi o motivi di gioia, i quali però durano poco. È come se in mancanza di fortissimi stimoli emotivi positivi, emergesse un sottofondo di pessimismo e rabbiosa rassegnazione. In questa condizione la persona tende a mutare umore con difficoltà, radicandosi verso un terreno conosciuto fatto di emozioni negative alle quali quasi si abitua, come se fossero una componente della propria stabilità quotidiana. In questa situazione la depressione si consolida perché più la persona stà male più tende a coltivare il proprio stato depresso. Questa è la fase in cui le altre persone erroneamente rimproverano la persona perché l’accusano di non voler migliorare o di volere deliberatamente star male. In realtà ciò non è vero, ma questo circolo vizioso è tipico della depressione e in questo caso la persona si sente intrappolata, ooltre che ingiustamente rimproverata. 4) Contrazione delle prospettive: la persona perde entusiasmo, tende a non investire, verso obbiettivi futuri, che perdono significato. Il senso della vita diviene difficile da trovare , e ciò che prima costituiva qualcosa di importante, perde mordente. Ci si ritrova dunque a far fatica nel perseguire obbiettivi per i quali non si provano emozioni di speranza, entusiasmo, sfide non più meritevoli di scommessa, che diventano pesanti riutines. 5) Ripiegamento su se stessi e attenzione negativa verso ilproprio corpo: l’attenzione si può focalizzare su stati fisici di disagio e malessere. Essi non sono immaginari, inventati o creati per attirare l’attenzione come qualche volta ci si sente rimproverare. In realtà la persona seleziona e si focalizza su sensazioni effettivamente provate, che però mantiene al centro del proprio interesse, anche perché non riesce a affiancare a queste, altre esperienze invece basate sul piacere e sul benessere. Dunque prova con maggiore facilità stanchezza, affaticamento, mancanza di forze, e non riesce a provare esperienze caratterizzate da piacere (in particolare erotico), forza, vigore, sicurezza. In questa condizione la persona può aumentare il proprio interesse e la propria preoccupazione verso i segnali del corpo, iniziando a preoccuparsi di non essere in buona salute e innescando un meccanismo di ansia e allarme che non fanno altro che accentuare il disagio e quindi le sensazioni spiacevoli. Questo è un ambito in cui al disturbo depressivo si possono associare aspetti di ansia e preoccupazioni ipocondriache. |
Le caratteristiche dei disturbi depressiviI disturbi depressivi sono caratterizzati da una sensazione di tristezza profonda con un’importante riduzione dell’autostima. Possono manifestarsi in seguito ad un evento esterno (es: lutto, fine di una relazione importante, perdita del lavoro, talvolta la nascita di un figlio, ecc) oppure, in assenza di un apparente motivo o ragione esterna, come una sensazione che nasce “da dentro”.
La fatica e la sofferenza di una persona depressa possono ulteriormente accentuarsi quando, per esempio, le figure di riferimento stentano a comprendere perché il proprio familiare “non si dia da fare” per reagire, alimentando così il vissuto di non sentirsi compreso e il desiderio di isolamento |