COSA SI INTENDE PER DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARI?
I disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia, possono essere i sintomi di un complesso disagio globaleche coinvolge l’individuo e la sua sfera familiare e sociale. Colpiscono prevalentemente le donne e si manifestano soprattutto nel corso dell’adolescenza.
QUALI SONO I SINTOMI?
L’anoressia nervosa è caratterizzata da questi sintomi:
I disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia, possono essere i sintomi di un complesso disagio globaleche coinvolge l’individuo e la sua sfera familiare e sociale. Colpiscono prevalentemente le donne e si manifestano soprattutto nel corso dell’adolescenza.
QUALI SONO I SINTOMI?
L’anoressia nervosa è caratterizzata da questi sintomi:
- rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al livello minimo normale per l’età e la statura;
- intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso;
- alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso e la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma sul livello di autostima;
- nelle donne dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi
- si mangia, in un definito periodo di tempo, una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbero nello stesso tempo e in circostanze simili (abbuffate ricorrenti); questi episodi sono accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo;
- si verificano ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, digiuno o esercizio fisico eccessivo);
- le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi;
- i livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
Il protocollo clinico prevede:
- Colloqui psicodiagnostici
I colloqui preliminari, rivolti al paziente e alla sua famiglia, sono orientati a delineare la tipologia del disturbo alimentare.
Attraverso la raccolta dei dati anamnestici e la somministrazione di specifici test, valutiamo la necessità di una presa in carico terapeutica, attraverso colloqui psicologici.
- Colloqui psicologici individuali
I colloqui individuali mirano ad avvicinare il soggetto con disturbi alimentari al proprio mondo interno in un clima di accoglimento e di comprensione che permette di cogliere il proprio modo di essere in rapporto agli altri, e di liberare le energie, imprigionate in un circolo vizioso di digiuni e abbuffate, in investimenti più creativi, capaci di rimettere in moto la vita psichica.
Attraverso continui confronti con il proprio Sé più autentico, i pazienti anoressici e bulimici ritrovano il contatto con le emozioni e i sentimenti più profondi e nascosti.
L’obiettivo è quello di rendere comprensibile a se stessi e agli altri una sofferenza apparentemente inesprimibile a parole, ma che proprio nella parola trova il suo effetto catartico. - Trattamento terapeutico di gruppo
Attraverso un percorso di cura con gruppi monosintomatici, gli individui che condividono la stessa sofferenza, sia che mangino troppo sia che non mangino nulla, vengono liberati dal loro isolamento e ricondotti in una sfera affettivo-relazionale, di apertura al mondo.
Il gruppo è un contenitore attivo, portatore di un progetto comune, in cui è possibile esprimere vissuti ed emozioni. L’esperienza terapeutica di gruppo favorisce una crescita affettiva, in quanto si strutturano nuove modalità di relazione, attraverso la reciprocità e l’ascolto. - Interventi di mediazione familiare
L’anoressia e la bulimia sono l’espressione di un disagio che coinvolge l’intero sistema familiare, che viene pertanto reso partecipe del percorso terapeutico.
Attraverso periodici momenti di incontro e di confronto con lo psicologo, la famiglia viene sostenuta e incoraggiata ad affrontare il problema, ristabilendo quei legami affettivi profondi minati dal travaglio della malattia. - Programma psicoeducativo nutrizionale
L’intervento psicoeducativo è orientato a modificare alcune convinzioni erronee all’origine del disturbo alimentare, attraverso incontri di informazione sulle modalità di alimentazione e sul contenuto calorico dei cibi.
L’acquisizione di corrette informazioni nutrizionali consente al soggetto di entrare in contatto con il “nemico cibo” in maniera più scientifica, depurandolo dalle sue connotazioni emotive negative.